tratto da "Elaborare" di settembre 2004 _____________________________________________
Tuning si può Analizziamo la problematica delle omologazioni e la situazione italiana, gli escamotage ed il ricorso a Bruxelles.
L’Italia è uno stato membro dell’Unione Europea e da questa recepisce le norme comunitarie (i regolamenti e le direttive), che una volta adottate tramite una legge o un decreto, diventano obbligatorie anche per il nostro Paese. Ciò vale ovviamente anche per le norme del Codice della Strada, anche se le direttive molto spesso lasciano un margine di discrezionalità agli stati membri per la loro integrale adozione. Per il principio della gerarchia delle fonti del diritto, qualora la normativa nazionale di recepimento sia in contrasto con quella comunitaria, è quest’ultima a prevalere, ma spesso diventa difficile una sua applicazione immediata e allora bisogna ricorrere alla Corte di Giustizia di Bruxelles, che apre un procedimento di infrazione contro lo Stato inadempiente. Questa strada giuridica prevede tempi lunghi, onerosi e spesso conduce ad uno scontro con le istituzioni, mentre sarebbe più opportuno instaurare un dialogo con le stesse al fine di evitare questo estenuante iter burocratico. Premesso quanto sopra, oggi esistono in commercio diversi componenti che si possono acquistare e montare tranquillamente sulle vetture senza essere multati dagli organi di polizia e magari sottoposti a revisioni straordinarie. Ciò non significa ovviamente che sulle proprie auto si può installare qualunque cosa; ad esempio il montaggio di dispositivi di illuminazione colorati blu, al wood o verdi non sono ammessi né in Italia né in altri Paesi, perché potrebbero trarre in inganno gli automobilisti. Pochi sanno che le regole del Codice Stradale nascono molto spesso da convenzioni. Ad esempio se viaggiamo su una strada e di fronte a noi vediamo delle luci bianche, immediatamente pensiamo ad un veicolo che sta procedendo in senso contrario al nostro. Se, invece, vediamo delle luci rosse, con la stessa immediatezza capiamo che davanti a noi c’è un veicolo che va nella nostra stessa direzione. Quindi sappiamo che le luci bianche corrispondono alla parte anteriore del veicolo e le luci rosse a quella posteriore. Pertanto è ovvio che l’uso di illuminazioni non conformi a quelle convenzionali difficilmente potranno essere adottate regolarmente, perché causerebbero solo confusione tra gli automobilisti. Tanti altri dispositivi che invece sono risultati utili per una migliore circolazione stradale, poi di fatto sono stati adottati obbligatoriamente. Ad esempio il terzo stop centrale posteriore, creando un triangolo cromatico, è stato ritenuto ottimo per migliorare la sicurezza. Tale dispositivo è nato da un’idea dei produttori di accessori di tuning. Ciò riconduce alle normative comunitarie secondo le quali se uno stato europeo omologa un certo dispositivo, questo può essere regolarmente montato anche sulle nostre vetture. Siamo ormai in dirittura d’arrivo per regolarizzare diversi accessori, purchè risultino omologati nei Paesi membri, come è successo per le pellicole oscuranti che hanno fatto da apripista a questa nuova regolamentazione. Anche l’Italia si sta adeguando e dimostra una grande disponibilità nell’attivarsi a promulgare circolari favorevoli a questo nuovo principio. Sul prossimo numero contiamo di aggiornarvi su altri accessori che fanno parte dei kit di allestimento maggiormente in uso tra gli appassionati. Se volete ulteriori informazioni scrivete a: Gruppo Businesscar Via E. Mattei, 48/E 40138 Bologna, oppure alla nostra e-mail: commerciale@businesscar.it
Il programma Certuning continua
al prossimo numero Giuliano Latuga con il Patrocinio di Ascar
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