tratto da "Elaborare" di ottobre 2004 _____________________________________________
Tuning si può! Con le nuove disposizioni non è più richiesto l'aggiornamento della carta di circolazione ma una certificazione.
Alcuni club ci hanno scritto chiedendo se con le nuove disposizioni ministeriali ci sia bisogno di certificare il kit estetico della propria vettura.
Le disposizioni non parlano di liberalizzazione, semplicemente non richiedono più l’aggiornamento della Carta di Circolazione in determinate condizioni. Ciò significa che tutte le responsabilità sono state spostate dall’ente ministeriale (la ex Motorizzazione) al singolo utente, che raramente però ha le competenze tecniche per stabilire se un allestimento rispetti o meno una norma.
In caso di incidente, le cose si fanno più complesse: le assicurazioni nel caso un veicolo sia stato modificato senza le opportune verifiche e certificazioni tecniche (che una volta corrispondevano con l’aggiornamento della carta di circolazione) applicano il diritto di rivalsa nei confronti del proprio assistito. Quindi nel migliore dei casi l’assicurazione paga la controparte e poi si rivale sul suo cliente, ma molto spesso non paga. Il danno, però, potrebbe addirittura diventare beffa, nel caso in cui il tuner sia dalla parte della ragione. Il fatto che il veicolo non abbia le opportune certificazioni può essere motivo per la controparte di non voler pagare i danni procurati dal suo cliente, poiché il mezzo coinvolto non risponde ai requisiti di legge. A questo punto si inizia un iter giudiziario piuttosto oneroso tramite legali e periti; ecco perché conviene essere certificati. Ricordiamo che la certificazione segue le stesse procedure dell’aggiornamento della carta di circolazione ed è indispensabile una serie di documenti, innanzitutto la dichiarazione di montaggio rilasciata da un’officina in regola con le iscrizioni della legge 122/92 (cioè essere un’officina regolarmente iscritta come tale alla Camera di Commercio alle sezioni meccanica o carrozzeria). Senza quel documento e la dichiarazione di origine dei singoli pezzi montati non si può rilasciare alcuna certificazione. Pertanto invitiamo gli aspiranti tuner che si rivolgono alle loro carrozzerie di chiarire bene questo aspetto al momento di definire l’incarico, per non trovare amare sorprese quando il lavoro è già stato eseguito. Come già detto sul numero di settembre, voglio puntualizzare che riguardo la modifica della carrozzeria dell’auto dal punto di vista estetico, le strade che permettono di regolarizzare il veicolo sono differenti. Ovviamente in base al tipo di modifica si affronteranno spese decisamente diverse. Ad esempio, non possiamo pensare che dalla carrozzeria di una Fiat Seicento si possa ricavare il sosia di una Porsche Carrera con una certificazione di primo livello (valutazione solo di tipo visivo senza prove tecniche tranne quelle ponderali). Sarebbe anche possibile, ma occorrono dei test molto approfonditi e costosi sulla velocità, sulla frenata, sulla rumorosità, sull’inquinamento ecc…, senza la certezza di un risultato positivo. In base alla nostra esperienza anche le stesse case costruttrici sanno perfettamente che al momento di sottoporre un loro prototipo ai test di omologazione, se non si rientra nei valori di norma la prova non viene considerata valida e deve essere ripetuta con ulteriori costi da mettere in previsione. Nel prossimo numero tratteremo un altro importante argomento su cui abbiamo ottenuto una disposizione ministeriale, che ci consente di certificare un’altra sfera del tuning: gli allestimenti interni come ad esempio i roll-bar. Inoltre ci occuperemo dell’organizzazione sul territorio nazionale e dei primi risultati ottenuti nella provincia di Milano da dove siamo partiti. Nel numero di dicembre (Motorshow) in base al programma che ci siamo prefissi, affronteremo gli assetti e su quello successivo parleremo dei cerchi e dei pneumatici. Per il momento trascuriamo l’argomento delle centraline e dell’elettronica, per i quali riteniamo occorra ancora qualche mese prima di definire gli standard certificabili od omologabili, anche in considerazione delle normative attualmente vigenti.
a cura di Giuliano Latuga
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