tratto da "Pneurama" di gennaio-febbraio 2004 _____________________________________________
Un deciso colpo di acceleratore Da gennaio è scattato l’obbligo per quel che riguarda il controllo della velocità nonché l’analisi dei gas di scarico di moto e ciclomotori. Da aprile invece diventa di legge l’utilizzo di MCTC NET per le revisioni auto.
Nel numero cinque della rivista, attraverso un editoriale dal titolo provocatorio “A Natale tutti più buoni? Speriamo di no!” avevamo spiegato i motivi per i quali alcune proroghe in materia di revisione avessero creato una situazione di incertezza che doveva necessariamente essere superata. Ora il quadro normativo comincia a consolidarsi in numerosi aspetti. Dal 1° gennaio 2004 per i ciclomotori che verranno sottoposti alle revisioni previste dalla normativa vigente, dovrà essere controllata la velocità massima raggiungibile. Lo dispone una circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che prevede inoltre che dalla stessa dati scatti, sempre in sede di revisione, anche il controllo delle emissioni sia per i ciclomotori che per i motocicli. Per gli utilizzatori di ciclomotori (e per la sicurezza stradale) il controllo della velocità raggiungibile è una vera rivoluzione. Come è noto la legge stabilisce che i ciclomotori non debbano essere in grado di superare la velocità di 45 km/h. Capita però molto frequentemente che i dispositivi di limitazione della velocità vengano rimossi dopo l’acquisto del ciclomotore.
Con l’entrata in vigore dell’obbligo del controllo in occasione delle revisioni periodiche, si porrà un freno a questi abusi che hanno certamente un impatto negativo sulla sicurezza stradale. La normativa prevede una tolleranza del 10%. Ciò significa che i ciclomotori che saranno in grado di oltrepassare la velocità di 49,5 km/h non supereranno la revisione e dovranno essere riportati a norma del Codice. L’entrata in vigore del controllo della velocità massima raggiungibile per i ciclomotori è molto importante per la sicurezza in quanto gli abusi in questa materia sono veramente molto diffusi. La revisione dei motoveicoli è divenuta obbligatoria nel nostro Paese nel 2001 e, dopo due anni di rodaggio, il sistema è andato a regime dall’inizio del 2003. La normativa stabilisce che tutti i motocicli soggetti ad immatricolazione (motocicli, motocarrozzette, motoveicoli per uso promiscuo, motocarri, mototrattori, motoveicoli per trasporti specifici ed uso speciale) debbano essere sottoposti per la prima volta a revisione nel quarto anno successivo a quello di immatricolazione, successivamente ogni due. Analogamente i ciclomotori (compresi i quadricicli leggeri) che, com’è noto, non vengono immatricolati debbono essere sottoposti a revisione per la prima volta nel quarto anno successivo a quello del rilascio del certificato d’idoneità tecnica, e successivamente ogni due anni. Nel 2003 sono stati chiamati a revisione, secondo le stime dell’Osservatorio Autopromotec, 4.689.523 motoveicoli. Al termine del primo semestre soltanto 858.268 mezzi sono stati però sottoposti a revisione presso le officine autorizzate. Si può quindi ritenere che vi sia un’elevata quota di evasione dell’obbligo. Per cercare di evitare questa situazione fortemente negativa per la sicurezza della circolazione e per l’inquinamento, l’Osservatorio Autopromotec suggerisce al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di inviare, con congruo anticipo, ad ogni proprietario di motoveicolo un avviso per ricordare la scadenza dell’obbligo del controllo per il suo mezzo, analogamente a quanto avviene per la scadenza della validità della patente di guida.
DAL 1° APRILE OBBLIGATORIO L’UTILIZZO DI MCTC NET
Una seconda altrettanto importante circolare riguarda la partenza di MCTC NET. Come noto, si tratta di un protocollo di comunicazione che consente di collegare tra loro diverse attrezzature di revisione e le stesse in remoto con i computer della Motorizzazione. Il sistema ha anche la caratteristica di consentire l’intercambiabilità delle attrezzature stesse che possono essere fornite anche da diversi costruttori. Si è trattato quindi di mettere a punto un sistema complesso, che ha richiesto numerose modifiche ed adattamenti prima di diventare pienamente operativo. È possibile illustrare la complessità della partenza del sistema, con un esempio molto banale, ma che conoscono in molti. Sappiamo, infatti, come si possano acquistare separatamente i vari componenti di un computer ed assemblarli. La cosa è semplice in teoria, ma in pratica ci si può scontrare con i cosiddetti “conflitti” che inspiegabilmente potrebbero creare malfunzionamenti. Ora è chiaro che far “dialogare”, come abbiamo visto, tra loro attrezzature di diversi costruttori, magari messe insieme secondo combinazioni decise dal cliente, e le stesse con un CED a centinaia di chilometri, è cosa possibile, ma non è operazione banale. É quindi comprensibile che il Ministero abbia previsto un periodo di transizione. In realtà i centri di revisione debbono già avere ordinato il sistema alla data del 31 dicembre scorso. La circolare ministeriale del 17 dicembre scorso prevede, infatti, che le officine che non dispongano del sistema, ma abbiano provveduto all’ordine di quanto necessario all’adeguamento, potranno proseguire l’attività operativa entro il 31 marzo 2004, data in cui improrogabilmente dovranno essere dotate del sistema. Il primo consiglio da dare ai centri è quindi quello di non aspettare l’ultimo momento per prendere confidenza con MCTC NET. È, infatti, necessario che tale familiarità sia stata acquisita ben prima della data del 31 marzo 2004, oltre la quale “improrogabilmente” tutto il protocollo deve funzionare.
Ma cos’è che ha spinto il Ministero a questa innovazione? Il sistema è stato pensato con l’intento di automatizzare il più possibile la rilevazione dei dati di revisione, al fine di limitare al massimo eventuali abusi che possono, tra l’altro, creare un enorme danno anche alla stragrande maggioranza dei centri che operano correttamente. Detto del lodevole intento che ha spinto il Ministero a prevedere questo protocollo di comunicazione, è altrettanto vero però che questa, come altre innovazioni, hanno richiesto ai centri di revisione la necessità di effettuare ingenti investimenti, mentre le tariffe sono rimaste ferme. Sarebbe bene che dopo essersi giustamente preoccupati della sicurezza e della trasparenza si affrontassero anche questi problemi. Ma, come si dice in questi casi, questa è un’altra storia, che auspichiamo potervi raccontare presto
Renzo Servadei
S.I.I.T e Province
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