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1^ Associazione Nazionale di Responsabili Tecnici
e Certificatori Automotive















tratto da "Autopro" di luglio-agosto 2004
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Tutti d'accordo, le tariffe devono essere adeguate

La madre di tutti i problemi del settore revisioni sembra essere la redditività, scarsa perché ingabbiata dalle tariffe ministeriali: ferme al '99 fissano in 25, 82 euro a revisione (le vecchie 50 mila lire) il compenso per i centri, su 37, 4 euro
di spesa totale per l'automobilista (il 30% va via in tasse). E parliamo di un'attività in cui sono richiesti notevoli investimenti e aggiornamenti continui: una linea di revisione costa circa 50 mila euro. L'adeguamento all'Mctc Net ne è costato circa 10 mila tra attrezzature e software. Un centro necessita dialmento tre dipendenti, tra cui, obbligatorio, un responsabile tecnico. Secondo Dekra Italia una linea raggiunge il punto di pareggio se riesce ad effettuare 1.880 revisioni in un anno, incassando circa 49 mila euro. Nel 2004 l'incasso nazionale medio per centro al netto delle tasse è stato di 68.500 euro: in pratica, dopo aver pagato le spese, solo 20 mila euro entrano in tasca al gestore del centro. La forbice in tutta Italia oscilla tra numeri di mera sopravvivenza al Sud (in Basilicata non si raggiunge neanche il punto di pareggio) ai numeri "grassi" di Liguria e Piemonte, dove si viaggia sopra i 3.500 veicoli l'anno (...). In ogni caso, considerando anche l'ampiezza di un parco circolante tra i più folti d'Europa, la domanda è destinata a rimanere stabile, mentre ad aumentare è unicamente l'offerta.
Sulle tariffe, le associazioni di categoria spingono. “L’Aira ha chiesto al Ministro Lunardi di portare la tariffa a 52 euro” dice Ettore Cenciarelli, segretario nazionale di una realtà a cui fanno capo 2.300 centri privati, su un totale nazionale di 5.200.
“L’aumento si tradurrebbe in 10 euro in più per i revisori, il che li aiuterebbe a far quadrare i conti e ad affannarsi un po’ meno nell’intento di fare il più possibile nel minore tempo. L’aggravio sui costi del già tartassato automobilista sarebbe comunque contenuto”.
In Francia il costo totale di una revisione è proprio di 52 euro, in Germania 43, in Austria e nei Paesi Bassi la tariffa non è bloccata dal ministero e oscilla, rispettivamente, tra 25 e 50 euro e tra 32 e 59. Anche i revisori inglesi se la passano meglio di noi, con il corrispondente di 50 euro.
Sul fronte tariffario l’accordo tra Cna e Confartigianato è totale: entrambe chiedono a gran voce di aprire un nuovo tavolo col ministero per affrontare una volta per tutte i problemi. Già un tavolo era stato aperto ed è tutt’ora in funzione tra costruttori, dirigenti ministeriali e utilizzatori delle linee, per discutere l’introduzione delle nuove attrezzature. Non tutti ne sono soddisfatti. Landini (Anara) resta convinto che a nessuno serva davvero un ponte sollevatore per moto e un fonometro, con lui concorda il direttore generale Dekra Italia (non ammessa agli incontri); alla Cna spiegano che il tavolo è servito proprio a questo: a tarare sulle reali esigenze degli operatori attrezzature che prima potevano sembrare superflue. A parere di tutti, comunque, l’iniziativa potrebbe essere trasferita sul piano delle tariffe, allargando il tavolo (a cui Dekra Italia chiede da tempo di partecipare) anche alle associazioni di consumatori. L’obiettivo sarebbe quello di trovare il punto d’incontro tra il giusto guadagno e il giusto corrispettivo da pagare per garantire la sicurezza degli automobilisti sia la sopravvivenza della categoria. Anche perché il futuro non si preannuncia roseo, se già nel 2004, anno pari, le revisioni sono destinate a calare di un buon 30%.


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