tratto da "Autopro" di settembre 2004 _____________________________________________
Tariffe, che sia la volta buona? Dopo 5 anni il Ministero convoca la parti. Oggetto: l’aumento dei compensi. E Mctc Net? Ha una falla…
Inizia un autunno caldo per l’intero mondo delle revisioni. Si parte con quella che dovrebbe essere una buona notizia: una riunione il 6 settembre presso il Ministero dei Trasporti con all’ordine del giorno uno dei temi più controversi e criticati dell’attuale quadro normativo: le tariffe delle revisioni. Solo due mesi fa, proprio dalle pagine di Autopro, nell’ambito di una corposa inchiesta sul tema, tutti gli operatori del pianeta revisioni lanciavano un corale appello all’adeguamento dei compensi. Il primo di una lunga serie di problemi che riguardano l’intero settore. Le tariffe sono ferme all’ultimo decreto ministeriale del 1999: 37,14 euro, di cui solo 25,80 (le vecchie 50.000 lire) vanno in tasca al titolare del centro, che a sua volta li divide tra costi di gestione, e compensi di responsabile tecnico, meccanico e personale amministrativo. E’ importante ricordare che il prezzo stabilito nel 99 non ha goduto del benché minimo adeguamento, neanche per recuperare l’inflazione. Troppo poco, secondo i rappresentanti di Aira-Cna e Confartigianato. Tanto da costringere gli operatori, soffocati da una concorrenza eccessiva, a compiere, in alcuni deprecabili casi, manovre illecite per assicurarsi la fedeltà dei clienti. I centri oggi in Italia sono 5200, troppi secondo gli stessi rappresentanti di categoria. Saturazione del mercato e scarsa redditività spingerebbero gli operatori a chiudere un occhio nel rilascio dei bollini. Anche in seguito all’inchiesta di Autopro, e forse grazie ad essa, il segnale è stato colto dal Ministero, che dopo cinque anni ha deciso di convocare le parti interessate per discutere l’adeguamento delle tanto criticate tariffe.
La riunione è un atto dovuto
Ma la corda era già tirata al massimo, tanto che neanche gli invitati al tavolo di settembre saltano di gioia alla notizia della convocazione. Si tratta per loro di un atto ormai dovuto e non più rinviabile: “La nostra proposta avanzata diversi anni fa”, spiega Ettore Cenciarelli, segretario nazionale di Aira-Cna, “era di portare la tariffa a 52 euro, adeguandola alla media europea. La priorità rimane”, continua Cenciarelli, “ma intanto sono sorti altri problemi che meritano una tempestiva risoluzione”.
Una di queste riguarda Mctc Net. Il segretario dell’Aira in questi giorni è impegnato in una serie di tavoli coi dirigenti ministeriali per “blindare” il nuovo protocollo.
Il protocollo si può violare
“Perché, se non assicuriamo i controlli, è inutile anche adeguare le tariffe”, fa eco Roberto Landini presidente di Anara Confartigianato.
“L’abitudine alle revisioni facili”, continua Landini, “rimane la madre di tutti i problemi: aumentando le tariffe si rischia infatti di fare un grosso regalo a chi opera disonestamente”. Il lancio di Mctc Net forse è stato fatto senza prendere tutte le dovute precauzioni. Il “grande fratello”, che doveva assicurare il tramonto dei controlli all’acqua di rose, così com’è presenta falle informatiche non indifferenti. Gira voce, ovvero tutti ne parlano ma si guardano bene dal confermarlo ufficialmente, che siano in circolazione alcuni software particolarmente “furbi” che permettono di entrare nel sistema informatico Mctc Net in dotazione ai centri di revisione e far figurare come effettuati dei controlli mai fatti, o di modificare i risultati di controlli “bocciati”.
C’è chi dice che nei tempi non sospetti, cioè qualche mese prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema, questi stessi software siano stati distribuiti ai responsabili tecnici per permettere loro di allenarsi col nuovo sistema telematico della nuova tecnologia.
Software usati illegalmente
Pare però che questi strumenti, che in principio avevano solo scopi formativi, siano riutilizzati oggi per fini poco leciti. Questo tipo di software è illegale e comporta l’accusa di falso ideologico, se utilizzato dopo l’entrata in vigore del “grande fratello”. Chi può dire infatti se il software sia stato diligentemente buttato via o se qualcuno se lo sia tenuto nel cassetto, magari per usarlo in periodi di magra, come per esempio l’anno in corso, che dovrebbe registrare un 30% di veicoli revisionati in meno rispetto al 2003? Insomma quella che poteva essere una buona notizia viene oscurata dalle tante nubi che si addensano all’orizzonte. E lo stesso Ministero, anziché trovarsi a discutere di tariffe, rischia di vedersi seppellito da una ratifica di nuove e vecchie richieste. Ma i rappresentanti di Cna e Confartigianato assicurano che non trasformeranno il tavolo settembrino in una babele di problemi.
Serve un tavolo politico
Piuttosto sono risoluti nel voler portare all’attenzione del Ministero la necessità di istituire un osservatorio permanente dell’intero sistema. Un tavolo politico a cui affidare non la soluzione dei problemi, ma la decisione e l’individuazione degli strumenti necessari a evitare che i problemi sorgano. Forse allora non ci sarebbe bisogno di riunioni d’emergenza che poco possono fare in un oceano di scontentezza. “Va riconosciuto al precedente governo”, ammettono all’unisono i due rappresentanti di categoria, “che prima il tavolo politico esisteva, e i ragionamenti si facevano a monte, non a valle quando ormai era troppo tardi. L’attuale sistema invece ci vede solo protagonisti passivi chiamati a ratificare decisioni che qualcun altro, e non gli imprenditori, prende”.
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